Gianluca Mercadante
Autore di Banda cittadina
Gianluca Mercadante è nato nel 1976 a Vercelli. Ha pubblicato “McLoveMenu” (Stampa Alternativa, 2002), “Il banco dei somari” (NoReply, 2005), “Nodo al Pettine - Confessioni di un parrucchiere anarchico” (Alacràn, 2006), e per Las Vegas edizioni “Polaroid” (2008), “Cherosene” (2010), “Caro scrittore in erba...” (2013; 2021). “Caro lettore in erba...” (2015), “Casinò Hormonal” (2018), “Le trasmissioni riprenderanno il più presto possibile” (2020), “L’Isola Senza Tempo” (2020) e “Banda cittadina” (2024).
Questo è il suo sito.
Primo capitolo
01_Caro lettore in erba…
Caro lettore in erba,
l’oggetto che hai fra le mani si chiama libro.
Non si accende, non si ricarica, non ti lascia a piedi. Sebbene sia talvolta passibile di sconti, non si avvale di nessun piano tariffario. Non naviga su internet, ma, una volta effettuato l’acquisto, vi si può accedere a costo zero, in qualsiasi momento nell’arco delle 24 ore e senza scatto alla risposta. Semmai, forzarne le pagine, accompagnandole una dopo l’altra nella morbida curva con cui la copertina si arrotola lungo la parte posteriore di dato oggetto nominato libro, consente di leggere occupando metà spazio. E quanto allo scatto cui si accennava, quel tac che hai potuto tu stesso sentire, nessuna paura: era solo la brossura che cedeva un po’, soprattutto se stai sfogliando un libro in edizione economica.
Tale oggetto è oggetto di venerazione, da parte di alcuni, e di totale indifferenza per la massa indistinta. Stai dunque attento: il fatto che tu stia leggendo, in questo preciso momento, e lo stia facendo, mettiamo, per la primissima volta in vita tua, ti pone in una delle due sopradescritte condizioni. Un attimo fa, eri massa. Adesso, almeno potenzialmente, sei un lettore.
Immaginati contornato da una linea. Negli anni Novanta, una campagna pubblicitaria intendeva dimostrare in questo modo come le persone ammalate di AIDS vivessero fra noi e potessero quindi rendersi portatrici di un orrendo contagio, di una nuova pestilenza. Ecco, immaginati dentro una pubblicità del genere. Capisco che l’impatto possa sembrarti forte, mi rendo conto che la tua sensibilità estetica, se cresciuta a pane e reality show, accusi un minimo di cedimento, un attimo di esitazione, ma sappi: magari leggere fosse contagioso. Non sei portatore di un contagio, né di una pestilenza. Sei solo un umile lettore, caro lettore in erba. Fai parte di un’élite al rovescio, sei qualcosa di raro. Eppure, credimi: altri lettori vivono fra noi. Stanno bene e ti salutano, sperando ne apprezzerai la silente compagnia.
Ne troverai taluni esemplari nella sala d’attesa del medico di famiglia che casualmente condividete. Ne incrocerai, spaiati, nei vagoni di un treno per pendolari, nelle infinite file di scomodissime poltroncine (poltroncine?!) degli aeroporti, in attesa agli sportelli pubblici col numerino a mo’ di segnalibro, nei parchi, sulle panchine, così concentrati nella loro occupazione prediletta da ignorare l’attacco da parte di mosche, vespe, calabroni, zanzare e quant’altro di vitale e meraviglioso la cosiddetta “bella stagione” sia in grado di produrre, a discapito di chi attende il sole e i cieli tersi per leggere all’aperto in santa pace.