Marco Candida
Autore di Il bisogno dei segreti
Marco Candida è nato nel 1978 a Tortona (AL). Ha pubblicato “La mania per l’alfabeto” (Sironi, 2007), “Il diario dei sogni” (Las Vegas edizioni, 2008), “Domani avrò trent’anni” (Eumeswil, 2008), “Il mostro della piscina” (Intermezzi, 2009), “Il bisogno dei segreti” (Las Vegas edizioni, 2011), “Bamboccioni voodoo” (Historica, 2012), “Il ricordo di Daniel” (Anordest, 2013), “Il campione di ping pong” (AbelBooks, 2014), “La guarigione” (Zona, 2015). “La notte della donna nera” (Il Foglio, 2016), “Trova il tuo peccato” (Edizioni della Goccia, 2016). Un estratto del romanzo “Il diario dei sogni” è stato inserito nell’antologia americana “Best European Fiction 2011” (Dalkey Archive Press, 2010).
Primo capitolo
Capitolo 1
Jackdaw. Sandpiper. Guillemot. Buntig.
Taccola. Piovanello. Uria. Zigolo.
Connie si domanda se le sarà utile sapere anche nomi come questi.
Snapdragon. Maidenhair. Pilewort. Jujube.
Bocca di leone. Capelvenere. Favagello. Giuggiolo.
Forse sì.
Meadow pipit. Godwit. Plover. Buzzard.
Pispola. Pittima. Piviere. Poiana.
Forse no.
Connie svolta a destra. Imbocca la via che la porterà lungo la strada dove potrà prendere l’autobus. Dalla spalla sinistra le pende una borsetta di pelle. La mano sinistra accarezza la pelle della borsetta. Nella mano destra Connie tiene il dizionario per immagini di inglese. Lo ha comprato tre ore fa. È la prima cosa che ha fatto subito dopo essere uscita dal dottore. Si è accorta di non sapere l’inglese.
Oddio, Connie lo sa, l’inglese. Lo ha studiato dalle scuole elementari fino al liceo. Poi, però, ha fatto Giurisprudenza e ha smesso. Da allora non ha più ripreso a studiarlo e adesso a ventinove anni il suo inglese non è più molto brillante anche se può sembrare paradossale per una persona che porta il nome “Connie”.
Quando ha trovato la libreria dove avrebbe acquistato il dizionario leggendo l’insegna poco prima di entrare Connie ha tradotto la parola “libreria” con library. Poi dopo soltanto qualche passo si è accorta dell’errore. Library in inglese vuol dire “biblioteca”. Bookstore, invece, è “libreria”.
Che errore grossolano…
Connie, però, non si è demoralizzata.
Ah, no.
Quello non era per niente il momento.
In libreria ha acquistato un manuale con 4500 vocaboli, 3000 frasi e 2500 parole contenute nel dizionario bilingue. Quei numeri l’hanno subito rassicurata. L’idea che nella sua testa potessero stare tutte quelle parole di una lingua straniera l’ha anche elettrizzata un po’.
4500. 3000. 2500.
Le ha anche fatto pensare: “Se potessi contarle, quante parole scoprirei di avere nella mia testa?”. Probabilmente migliaia. Connie ha subito pensato a un paio di amici. Loro dovevano avere nella testa milioni di parole. Poi Connie ha pensato anche a qualche amica. Quelle dovevano avere nella testa poche decine di parole, invece – e del tutto inutili.
4500. 3000. 2500.
Oltre a quel manuale in libreria Connie ha acquistato anche un manuale di Esercizi di livello avanzato. Il nome che Connie ha letto sulla copertina è Justin Michael Rosenberg. Come per i numeri si è sentita rassicurata da quel nome.
Justin Michael Rosenberg.
Alla fine in un angolo della libreria ha individuato il dizionario per immagini. Ha comprato anche quello. Il dizionario contiene 130 tavole illustrate, 5300 disegni e 7000 vocaboli.