Elia Gonella
Autore di Tenebre
Elia Gonella è nato nel 1987 ad Arzignano (VI), vive a Milano, e ha pubblicato (col suo nome e con lo pseudonimo Hector Luis Belial) i romanzi “Saxophone Street Blues” (Las Vegas edizioni, 2008), “Making Movies” (Las Vegas edizioni, 2009), ora riproposto in una nuova edizione, “Alla corte del Re Cremisi” (Las Vegas edizioni, 2011), “Tenebre” (Las Vegas edizioni, 2018). Lavora come sceneggiatore per il cinema e la televisione.
Primo capitolo
Note di traduzione
Mi piacerebbe avere, qui sul palco, un macinino per romanzi. Una macchina che riesca a inghiottire un libro e a spararvelo addosso sottoforma di un milione di coriandoli.
Così vi costringerei ad avere un contatto fisico con il romanzo. Sentireste quant’è tagliente, quant’è ruvida la carta, e quanto amaro il sapore dell’inchiostro. Perché sono queste le sensazioni che proverete leggendo le pagine seguenti…
Queste annotazioni autografe, tracciate con inchiostro verde sulla prima pagina dattiloscritta di Making Movies, rappresentano l’unica, scarna presentazione che Belial ha voluto lasciarci del suo
romanzo più cinematografico.
La grafia spasmodica, quasi illeggibile, ci restituisce l’immagine di un Belial già gravemente disturbato, malato, eppure ancora dolorosamente intento all’esercizio della scrittura.
Stando a Paul Mingus, curatore dell’edizione americana per la Taboo Books (2007), la pubblicazione del primo romanzo postumo dell’autore prematuramente scomparso non ha presentato
particolari problemi filologici. “Hector Luis Belial”, scrive Mingus, “era giunto a una stesura definitiva del testo ben prima che le sue condizioni di salute diventassero d’ostacolo alla scrittura”.
Più problematico si è rivelato tradurre in italiano l’opera di un autore dichiaratamente votato all’eccesso, specie linguistico. Come l’immaginario macinino per romanzi, la scrittura di Belial era tesa a una programmatica, quasi sadica esasperazione della lingua, spesso ridotta a brandelli paratattici, o, di contro, forzata in un periodare iperbolico e allucinato.
Particolare difficoltà ha presentato la ricostruzione del subdolo gioco citazionistico messo in atto dall’autore: nel calderone di Making Movies troviamo, indifferentemente, frasi di Céline e frammenti di liriche beatlesiane, battute cinematografiche e slogan pubblicitari, in una sorta di mantra pop che mescola dissolutamente alto, basso e, non di rado, bassissimo.
Questa traduzione tenta di apportare il minor danno possibile al gioco di Belial; si è preferito, a questo scopo, mantenere in lingua originale quantomeno le citazioni isolate graficamente, assieme
all’apparato di titolazione dei capitoli e del romanzo stesso.
Roma, 9 aprile 2008
B. Ortiche
Per l’edizione italiana di Making Movies, la Dottoressa Ortiche mi aveva chiesto la traduzione di un cruciverba ideato da Belial.
La richiesta era già di per sé singolare, e, nonostante la lunga esperienza in qualità di giocologo, non ho memoria di precedenti esempi di traduzione di parole crociate. L’operazione risulta infatti impraticabile, a meno che non si voglia accettare la possibilità di lasciare invariato lo schema, limitandosi a tradurre le definizioni.
Ho preferito, date le circostanze, costruire un nuovo schema da zero, mantenendo sia le dimensioni dell’originale, sia la definizione
che appare fondamentale anche nel cruciverba di Belial – ovvero, secondo la numerazione corrente, la 27 Orizzontale.
E. Bartezzagli