Enrico Piscitelli
Autore di La minima importanza
Enrico Piscitelli è nato nel 1975 a Trani. Ha pubblicato “La minima importanza” (Las Vegas edizioni, 2010), “Shakerato non mescolato” (Effequ, 2011), “Nessun paradiso” (Round Robin, 2011) e ha curato “Rien ne va plus” (Las Vegas edizioni, 2009). È curatore della collana Novevolt (Editrice Zona).
Primo capitolo
Dizionario_del_diavolo.net (di Matteo Pascoletti)
Il Principale era un umanista, nel senso più ampio del termine.
Al Principale l’umanità interessava tutta, sia per pragmatismo sia per curiosità intellettuale. Pragmaticamente gli interessava la totalità dei potenziali clienti. Il mercato. La curiosità intellettuale, d’altro canto, lo spingeva a interrogarsi (e di conseguenza a voler indagare) sugli aspetti più peculiari della natura umana. Ad esempio lo incuriosivano il libero arbitrio e i suoi molteplici effetti: tra tutte le creature di Dio, l’uomo era l’unico con il libero arbitrio. Per dire, gli animali non si sposavano, non divorziavano e nemmeno si tradivano; men che meno le piante. Gli umani invece… Be’, era una faccenda complicata.
Con simili premesse, non deve quindi stupire se il Principale decise di convocare Baffo in un giorno di apparente ordinaria amministrazione. Non è questa la sede per abbandonarsi a minuziose descrizioni di sulfurei paesaggi lavorativi, andirivieni di impiegati, dirigenti e manodopera a basso costo tutti affaccendati in pratiche di estremo rigore professionale, ma di morale spesso e volentieri sacrificata in nome della mentalità aziendale. Questa è la sede per riportare, il più fedelmente possibile, la conversazione che avvenne tra il Principale e Baffo (com’era chiamato dai colleghi di lunga data), e per riportare gli effetti davvero incredibili di quella conversazione.
«È molto che stavo aspettando», esordì il Principale.
«Avete ragione, avete ragione» si scusò Baffo. «Dunque, ditemi, che cosa posso fare per voi?»
«Che cosa devi fare» lo corresse il Principale.
«Giusto, giusto. Ditemi.»
«Oggi stavo riguardando un vecchio progetto che, al tempo, ci ha dato non poche soddisfazioni. Hai presente le tassonomie?»
«Certo, certo.»
«Ti ricordi quel delizioso progetto da noi intrapreso più di un secolo fa, noto come Dizionario del Diavolo?»
«Certo, certo. Al tempo avevo collaborato anch’io. Un progetto particolarmente innovativo, ambizioso ma non irrealistico, magari da raffinare. Peccato per l’incidente che ha coinvolto quel giornalista americano.»
«Incidente? Ah sì, giusto. Non c’è bisogno di rivangare simili quisquilie» tagliò corto il Principale. «Era una mia idea, vorrei ben vedere, e quanto al giornalista americano… Vatti a fidare della stampa! Piuttosto, la questione è un’altra, mio buon Baffo.»
«Ossia?»
«Sto pensando a un aggiornamento. Ci sono degli aspetti assai complessi dell’uomo, al giorno d’oggi, che meritano un aggiornamento. Hai presente internet?»
Baffo, perplesso perché non intuiva dove il Principale volesse arrivare, sebbene avesse capito che di lì a breve gli sarebbe toccato sgobbare come al solito, si grattò la barba caprina.
«Volete un dizionario on line?»
«Assolutamente no!» tuonò il Principale. «Che idee ti vengono mai? Sto parlando di una ricerca di settore, di potenzialità, di espansione del mercato. Intuisco enormi possibilità per arrivare dritti al target. Ma occorre conoscere bene i meccanismi che regolano la questione. Non dobbiamo fallire, siamo già indietro sulla concorrenza…»
«Quindi» intervenne Baffo, «devo individuare le culture, le sottoculture, le modalità d’interazione, i fattori convergenti…»
«Esattamente» riprese il Principale, «prima di muoverci bisogna che ognuno di noi conosca bene il terreno. E avere il nome giusto per il progetto, vuoi per un discorso interno d’immagine. Avevo pensato Dizionario_del_diavolo.net.»