Sembra pazzesco ma una delle fasi che mette in crisi più di un aspirante scrittore è proprio come scrivere la biografia da allegare al manoscritto.
Conta non solo cosa scriviamo, ma anche come lo scriviamo, dunque vi do un po’ di consigli a partire dalle biografie che arrivano insieme ai manoscritti.
- Scrivetela: magari per mancanza di autostima pensate che a noi freghi niente di chi siete. Oppure per un eccesso di autostima pensate di essere talmente famosi da non dovervi spendere in altro che non sia il vostro manoscritto.
Ecco, no. Lo dico e lo ripeto: avete a che fare con persone, quindi fate tutto ciò che fareste con uno sconosciuto con cui volete costruire qualcosa. Presentatevi. - Brevi: siate brevi, efficaci, concisi, concreti. Non c’è bisogno che raccontiate TUTTA la vostra vita, anche perché l’editore vorrà spendere il suo tempo a leggere il vostro manoscritto. E quindi men che meno il vostro curriculum: non state cercando un lavoro e del fatto che siate automuniti non ce ne può importare di meno.
- Raccontate cose utili e significative su di voi, che servano a descrivervi e individuarvi. Nome e cognome è d’obbligo, anche se volete poi pubblicare sotto pseudonimo.
Anni? Città dove siete nati e dove vivete? Lavoro? Io li inserirei, soprattutto se sono attinenti in qualche modo al vostro manoscritto. Ad esempio, se ho scritto un romanzo sulla terribile vita che fanno i chirurghi, il fatto che io sia un chirurgo certo può tornare utile. Se avete scritto un libro ambientato a New York e ci avete vissuto questo dettaglio può giocare a vostro vantaggio. Ricordatevi inoltre che avere delle coordinate minime su chi siete e cosa fate vi rende meno dimenticabili. - Pubblicazioni: inserite i libri che avete pubblicato, anche se non ne andate molto fieri perché eravate giovani e ingenui e rileggendovi vi siete chiesti chiddiavoloèstotizio! Se ne avete pubblicati 200 non metteteli tutti: inserite quelli che hanno ricevuto una miglior rassegna stampa, che rappresentano di più il vostro mondo e il vostro modo di scrivere.
E i libri autopubblicati o pubblicati a pagamento? Gira questa leggenda metropolitana per cui se hai pubblicato a pagamento gli editori ti scartano in automatico. Ecco, non so gli altri ma noi no. Semplicemente per noi non sono pubblicazioni a cui possiamo fare riferimento per farci un’idea su di voi. Ma tenete conto che magari qualche collega si risenta del fatto che andiate così fieri di aver pagato per pubblicare.
Stesso discorso per i premi: non inserite che il vostro racconto è arrivato ottavo su dieci al concorso letterario sulla montagna di Cantalupo. Lasciate perdere il premio sulla poesia ‘Le brave maestre’ che avete vinto alle medie. Se invece siete candidati al Nobel per la letteratura, ehm, sì quello sì, vi consiglio di metterlo.
Se collaborate con giornali, blog, riviste segnalatelo, magari senza dilungarvi troppo. Il vostro blog mettetelo, ma se è aggiornato. Altrimenti inserite il profilo social che ritenete parli più e meglio di voi. - Non fate per forza i simpatici: c’è un numero imbarazzante di biografie in cui gli autori cercano di fare i simpatici a tutti i costi. Ecco, no. Le battute le facciamo poi davanti a una birra. Nella biografia sforzatevi di scegliere con cura le informazioni, di essere brevi, di non dimenticare niente, senza mettere tutto. Che non vuole dire essere asettici e noiosi ma semplicemente di dire quello che serve.
E ora amici, tocca a voi mettervi in gioco. Scrivetemi le vostre biografie d’autore ma, attenzione attenzione, non dovete superare le 150 parole.
Ce la fate?
…troppo lungo, non ce l’ho fatta a leggerlo tutto. E poi sono sempre raccontati lo Spirito, Gesù e compagnia cantante…
A questo punto non so più se passare il mio ante-post(biografia) visto che si era parlato di roba scritta non tanto lunga.
Sono un giovanissimo(1943) tentativo di scrittore che dopo un lungo scrivere di caccia e moto su diana e motociclismo
si è buttato sui romanzi, visto che diana è fallita e carlo perelli, direttore di motociclismo, è morto. Era un amico. RIP.
Inizio il mio racconto presentandomi mi chiamo Paolo De Stefano sono della classe ’79 e precisamente del 25 di Giugno, vi scrivo perché mi sono annoiato della solita routine e penso che scrivendo anche questa volta… Ho detto anche questa volta perché ho tentato il suicidio varie volte con scarsi risultati, in pratica ho tentato di tagliarmi le vene varie volte infatti ho le cicatrici ancora visibili chiaramente, ho tentato di impiccarmi, ho preso un mucchio di medicine, sempre con scarsi risultati… Poi ricoverato in una clinica per malattie mentali ho studiato il modo per togliermi la vita e di buttarmi giù dal piano più in alto che portava la scala di emergenza. Di tutto questo avevo avvertito mia sorella che a sua volta aveva avvertito il caposala che aveva garantito la sicurezza della clinica affiancandomi un piantone. Quindi per non portavi alle lunghe decisi di portare avanti il mio piano, aspettai l’ orario di pranzo, così si spostò anche il mio piantone. Io in questo modo raggiunsi la mia meta e lanciarmi, poi non ricordo più nulla e di quello addietro raccontato l’ho riacquistato da poco. Tutto questo che vi citerò mi è stato raccontato, sono stato in coma circa due mesi mi sono state donate circa due sacche di sangue da mio fratello Francesco, che ancora tutt’ oggi ringrazio, stavano decidendo dove seppellirmi se a Casagiove, paese mio, o a Sessa Aurunca paese natale dei miei figli tutt’ oggi residenti. Io durante il coma ricordo solo che venne Gesù e mi portò fuori a vedere le persone che aspettavano il risveglio, io chiedo a Gesù il motivo il perché non mi voleva e lui mi risponde che non era ancora il mio tempo… Poi sempre per non annoiarvi mi risveglio dal coma sono tutti contenti. I miei familiari convinti che avessi perso la memoria ,e che non li avessi più riconosciuti, si
fanno coraggio e si avvicinano e io li riconosco e loro sono contenti anche di questo. Addirittura mi avevano fatto l’estremunzione e ogni giorno le signore del paese dei miei pargoli mi recitavano un Rosario.
Questi ultimi tre anni sono stato inabissato da TSO, trattamento sanitario obbligatorio, per questo mia moglie la quale mi è stata vicina e ancora lo è tuttora, io con lei avevamo avviato una separazione, pensa di anticipare i tempi, e così prima che lo faceva la clinica nella quale ero ricoverato, di passarmi in una struttura a lunga degenza qui a Curti. La sua idea è stata Grande e per questo la continuo a ringraziare infatti in questa comunità riprendo a camminare difatti ho dimenticato di dirvi che in seguito al mio gesto ero rimasto offeso della mia gamba destra della quale ho recuperato circa il settanta per cento delle sue funzioni. Come nei film concludo il mio primo tempo.
PENSIERO DELLA NOTTE
Vedere la morte come la fine della vita è come vedere l’orizzonte come la fine del mare.
NOTTE BELLA A TUTTI
La seconda parte del libro sarà un’ intervista a coloro che hanno fatto un po’di tutto per me partirò dai miei fratelli, i quali ad oltranza si alternavano nel starmi vicino e mi hanno raccontato un po’ di cose, ancora oggi vengono a trovarmi i miei fratelli Mario e Francesco di Venerdì e mia sorella di Domenica, dove entrambi gli incontri avvengono dalle sette alle otto. Tra le cose che mi raccontano ricordo che c’ era un infermiere un po’ affemminato il quale mi veniva sempre vicino e rassicurava i miei fratelli dicendogli questo mo si sveglia toccandomi le parti intime. Importante, quasi dimenticavo, in questa fase della mia vita, la religione infatti dopo la terapia raggiungevo una piazzetta dove è allocata una Madonna e lì pregavo e lo faccio tutt’ora affinché mi protegga. Per me la preghiera è uno slancio del cuore, un semplice sguardo gettato verso il cielo, un grido di gratitudine e d’amore, nella prova come nella gioia, insomma, è qualche cosa di grande, di soprannaturale, che mi dilata l’anima e mi unisce a Gesù..
PENSIERO DELLA NOTTE
Viviamo in un mondo, in cui ha valore soltanto ciò che si misura.
Viviamo in un mondo, in cui esiste soltanto ciò che si può provare oggettivamente.
Viviamo in un mondo, in cui non contano che le prestazioni personali.
Viviamo in un mondo, in cui qualcuno di inconcepibile e incomprensibile come te, o Dio, non può trovare nessun posto.
Spesso ci sentiamo soli in questo mondo, con il pensiero della tua presenza.
Restaci accanto .
NOTTE BELLA A TUTTI.
All’interno della struttura San Francesco sono circondato da personale qualificato in special modo il direttore, il dottore Giuseppe De Gregorio, il quale si è preso a cuore la mia situazione… E dopo una mia richiesta di poter dare una mano in cucina lui mi accontenta subito così mi sento distratto e più precisamente in cucina mi sento totalmente appagato. Io sono un metalmeccanico di professione, producevo bancomat e carte di credito per una grossa multinazionale St nella quale sono in malattia da un bel pezzo di tempo. Comunque un’ altra responsabile dell’ Istituto San Francesco la dottoressa Isabella mi ha garantito che con il loro supporto ritorno a lavorarci.
Tutto questo che vi ho raccontato fino ad ora, sicuramente vi ha portato a chiedervi ma da cosa è partito tutto questo, vi risponderò subito. La mia storia parte da un padre bipolare schizzofrenico, il quale ha dato vita un figlio bipolare schizzofrenico a sua volta.
In breve descriverò la sua vita lui viene da una storia troncata con 5 figli di cui uno morto per otite in tenera età, sposa mia madre da cui ha altri 4 figli, lascia mia madre e si mette con una straniera per avere altri due figli, poi a susseguirsi un’ altra straniera e ancora un’ altra fino a fermarsi ad un’ ultima avventura il quale ha un bambino conosciuto da me dal nome di Sebastiano. Questo in accordo con le due assistenti sociali di Somma Vesuviana cerco di prenderlo e di farlo stare con me inquanto la madre cerca di venderlo infatti lo vende a una coppia di sposi di Somma e mio padre lo va a riprendere. Ma purtroppo gli attacchi di panico diventato sempre più frequenti e i ricoveri nei vari spdc del Casertano e del basso Lazio si fanno sempre più frequenti tanto che devo rinunciare all’ idea. Io non sono stato da meno con mia moglie, infatti l’ ho tradita varie volte ma sempre attento a tutto per tenere la famiglia unita e usando metodi anticoncezionali per non ripetere la vita di mio padre. Mia moglie però un giorno decide di seguirmi e di scoprire una relazione con una ragazza, Filomena nata nel spdc di Formia, mi ricordo benissimo le sue parole: “Paolo ma che cazzo fai”. Da lì la nostra vita si divide io tutto oggi le do ragione profonda ma io non potevo fare… Dimenticavo di dirvi che i medicinali non li prendevo ovvero prendevo solo quelli che mi davano una risposta subito faccio un esempio le gocce N. Ma di quelli a risposta immediata le usavo a quantità industriale. Così tenevo a bata gli attacchi di panico. Oggi invece la cura datami mi aiuta e mi porterà alla guarigione totale sono circa una ventina di farmaci al giorno che mi fanno stare bene e per questo anche di scrivere queste quattro righe. Nel frattempo mi ero avvicinato al gioco, più rischioso che c’è, quello delle slot-machine, lì mi sono rovinato non avevo più personalità ero ore ore a girare per raccogliere soldi da i miei conoscenti, tra cui persone su Facebook, WhatsApp e contatti telefonici. Chiamavo oppure postavo inventandomi una scusa e li raggiungevo anche in capo al mondo.
Quasi dimenticavo del primo matrimonio di mio padre dove ha cinque figli di cui uno muore piccolissimo di otite frodulenta, due poi vengono a vivere con noi, in seguito alla morte della madre, e aiutavano mio padre nell’ autolavaggio sempre a Somma Vesuviana e di sera venivano a dormire a Casagiove. Fino a quando entrambi decisero di farlo fuori una notte preparano una pistola ma mio padre si accorge della cosa e prima che il loro piano entra in atto vengono disarmati e la mattina seguente abbandonati. Io ci rimango malissimo perché mi ero affezionato tantissimo ad Alfonso uno dei due. Loro lo volevano ammazzare perché lo vedevano come primo colpevole della morte della madre.
Un episodio che ricordo fatto da mio padre con violenza è quello di una Domenica dopo pranzo dove mia madre lo accusa di un tradimento confessato dalla sorella di un parroco di Somma Vesuviana. Mio padre stavolta non si mette solo ad urlare ma è anche molto violento, tremo ancora nel descriverlo, mio fratello Mario il primo riesce ad andare alla porta e a scappare per chiedere aiuto io sono il secondo ad uscire, e a inseguire mio fratello il quale vedendomi arrivare mi spiega la sua idea e cioè di andare dal fratello di un suo compagno di classe, un vigile urbano, il quale sentendo il racconto ci dice di ritornare a casa nel frattempo di organizzare un’ auto con rinforzi e raggiungerci detto fatto così mentre stiamo per ritornare a casa vediamo l’ auto di mio padre con lui al volante che cerca di scappare, fortunatamente sopraggiunge l’auto dei vigili ai quali indichiamo l’ auto di mio padre e loro mettono la macchina in modo trasversale per impedirgli di passare. Allorché lui scende dalla macchina e inizia ad inveire contro di noi dicendoci che lui a suo padre non avrebbe mai fatto una cosa così terribile e che quindi noi eravamo figli di puttana tutto questo che nel frattempo i vigili l’ ho mantenevano. Io e mio fratello corriamo a casa a vedere mia madre come sta dopo poco sopraggiungono anche i vigili i quali ci riferiscono di avergli fatto una buona strigliata. Dopo i vigili ci suggeriscono di andare dai carabinieri per un ulteriore confronto però noi li ricordiamo che era Domenica e che quindi loro erano allo stadio. Poi dopo poco tempo non ricordo quanto non si ritira più a casa rimanendo al verde la nostra economia mia madre per mantenere noi inizia a fare la serva mia sorella altrettanto…Ritorniamo a me perché con i vari discorsi fatti rischiamo di uscire fuori tema. Io ho dal mio matrimonio due splendidi bambini Emily ed Emanuele che rispettivamente ora hanno 11 e 8 anni li voglio un bene infinito ma nel tentativo del suicidio ho mostrato loro il mio lato più debole e di questo me ne pento… Sono per me la gioia di vita e spero sempre che non gli manchi nulla in tutta la loro esistenza e che io non abbia travasato nulla di me nel loro DNA. Oggi posso solo dire che sono fiero di loro sono i primi della classe e io ne vado orgoglioso. L’ ultima volta che sono venuti a trovarmi io ritornavo dalla Madonna ed ero senza sedia solo con la stampella e loro felicissimi corsero e fecero a gara per chi mi doveva abbracciare per prima. Passammo una serata splendida all’ insegna dell’allegria.
Io sono quasi arrivato a conclusione… Sempre se non vi ho annoiato nel raccontarvi queste cose… Concludo raccontando un po’ dei miei figli. Per me avere un figlio è venire a conoscenza del segreto della vita, il perché è semplice per loro faremmo qualsiasi cosa dopo l’ avvento di un bambino la nostra vita cambia dalla A alla Zeta. Guardatevi il mio profilo su Facebook e mi darete sicuramente raggione. Un grazie in anticipo alla redazione del giornale che vorrà pubblicare questo articolo…Mi auguro che la mia storia sia la chiave per insegnare a tutti che se diciamo:”io c’è la posso fare ” niente ci può fermare.
Evviva stamane mi sono svegliato e indovinate un po’ con la voglia e il piacere, di scrivere ancora per voi, ma anche con l’ entusiasmo e la voglia di scrivere… Prendo un po’ di tempo nel frattempo che l’ ispirazione sali… Io non sono un tipo semplice e per questo la prima cosa che devo fare è di scusarmi in primis con mia moglie e poi con i miei figli. Loro hanno assistito a scene un po’ ambigue quando litigavo con mia moglie mi sentiva l’ intero paese di dove abitavo. Un ultimo litigio con mia moglie volevo prendere il volo dal balcone… I bambini a fermarmi piangendo e chiedendomi:”papà che fai”. Ancora oggi mio figlio ricorda quell’ episodio.
Quando ritornavo a casa dopo il lavoro ero molto nervoso in special modo dopo il turno di mattina, 06:00 14:00, perché la sveglia suonava alle 4:15 e tornavo a casa verso le 15:00, allora voi mi direte dopo un’ ora , sì è così io abitavo a Sessa Aurunca, precisamente a Sorbello, e lavoravo a Marcianise nella zona industriale sud. Comunque era una trasferta per me tutti i giorni, tanto è vero che io ed il meccanico eravamo diventati amici stretti. A lavoro cambiavo personalità vitalità diventavo una persona molto a modo piena di iniziativa e pronta a risolvere qualsiasi tipo di problematica. Avevo molti amici oltre che colleghi. Loro nel giocare con me evidenziavano sempre il fatto che io mi comportavo come un pazzo nei loro confronti il perché esisteva nella mia spontaneata forse… Al mio lavoro sono affezionato, e anche se tutti lo volevano cambiare a me piaceva tantissimo. Io avevo preso il diploma di industriale non a caso. Ero sempre molto attivo in special modo quando lavoravo da solo oppure quando lavoravo in coppia l’operatore lo mettevo a suo agio a vedere me mentre lavoravo. Molte volte lavoravo su una macchina a controllo visivo dove lì passavo al controllo 105.000 carte. Ora sono qui nell’Istituto San Francesco una comunità di ragazzi e di anziani, alla ricerca di una distrazione che forse mi sapevano dare i miei figli o il mio lavoro. Nell’ istituto inizialmente avevo bisogno di tutto ero un allettato quasi solo che al posto di stare nel letto alloggiavo sulla sedia a rotelle. Un po’ alla volta ho salutato anche la sedia e dare un benvenuto alla stampella. Un grazie tanto al terapista e uno infinito alla Madonnina, che mi hanno aiutato in questo percorso della mia vita. Oggi passo le mie giornate molto velocemente mi sveglio mi alzo, mi lavo, vado a lavorare in cucina, poi dopo pranzo scrivo per terminare il mio libro con la TV accesa, fino a quando rivado di nuovo in cucina per preparare la cena. Poi nuovamente guardo la TV fino a tardi la sera. Ricordo un particolare in questo momento che mi è saltato in mente, l’ ultima volta che sono venuti i miei figli, Emily la più grande mi vede dei segni sul braccio, dei tagli, e mi chiede che cosa avessi fatto con paura della mia risposta attende… Ma la mia risposta è semplice e cioè che li avevo fatti tagliandomi vicino alla finestra poi saliti sopra in camera gli faccio vedere come, togliendo da lei qualsiasi dubbio.
Ora passo nel dirvi ciò che pensano di me un gruppo di preghiera su WhatsApp leggendo parte del mio libro,
❤Paolo la tua vita e’ stata difficile…un po’ te la sei cimplicata con le tue stesse mani. Coraggio fratello caro…Gesu’ ,ti ha voluto salvare perche’ ha un progetto su di te….fai un bel cammino spirituale…cerca un bravo sacerdote che ti segua , che ti guidi, che ti ptenda per mano….e tu rinnova le tue promesse battesimali confessati il piu’ possibile .xamtenere la tua anima in stato di grazia. DEVI DETESTARE QUELLO CHE HAI FATTO….NON PENSARE MAI PIU’ di suicidarti….mi raccomando….
PAOLO HAI AVUTO UNA VITA DIFFICILE…MA ADESSO QUESTa tua vita ha bisogno ancor piu di Gesu,’ …..devi fare un lungo percorso di crescitA spirituAle con l aiuto di un bravo sacerdote…..devi ricevere l eucarestia il piu’ soventepossibile….e poici vuole un esor cista, che ti liberi. Attraverso esorcismi e preghiere…dagli spiriti che ti hanno portato a tentare piu,’ volte il suicidio. Ricordati sei un MIRACOLato DIO TI HA SALVATO LA VITA3 ,volte x darti una gtande possibilita di conversione. Mi raccomando pensaci a questo. Non sprecare…..questa immensa occasione… non gettsre piu,,,’ la tua vita nelle mani del demonio….e ricorda se ti puo’ fare bene, scrivi …
Caro Paolo ho finito da poco di leggere il tuo libro.
Capisco tutto nel senso che sei segnato da un infanzia terribile e attualmente sei segnato da una società dove prevale solo il DIO del denaro.
Però in tutto questo ti dico una cosa .
Che se il DIO ti ha messo sulla terra e ad oggi tu ai messo sulla terra dei figli , adesso devi rendergli una vita migliore della tua ,
Anche economicamente devi farli stare bene.
Quindi non scherzare perché non sei da solo.
Si corretto con i tuoi figli.fagli vivere una vita migliore .
Tira fuori la tua bravura la tua capacità di essere meglio degli altri Che io ricordo .
Solo così può vivere una vita fatta di soddisfazione .
Qualunque fiore tu sia,
quando verrà il tuo tempo, sboccerai.
Prima di allora
una lunga e fredda notte potrà passare.
Anche dai sogni della notte trarrai forza e nutrimento.
Perciò sii paziente verso quanto ti accade
e curati e amati
senza paragonarti
o voler essere un altro fiore,
perché non esiste fiore migliore di quello
che si apre nella pienezza di ciò che è.
E quando ciò accadrà,
potrai scoprire
che andavi sognando
di essere un fiore
che aveva da fiorire.
Preghiera alla Santa Croce di Gesù Cristo O Dio che tutto puoi, o Cristo, che soffristi la morte sul legno santo per tutti i nostri peccati, ascoltaci. Santa Croce di Gesù Cristo, abbi pietà di noi. Santa Croce di Cristo, tu sei la mia (nostra) speranza. Santa Croce di Gesù Cristo, allontana da me (noi) tutti i pericoli e proteggici dalle ferite di armi e oggetti taglienti. Santa Croce di Gesù Cristo, liberami (liberaci) dagli incidenti. Santa Croce di Gesù Cristo, allontana da me (noi) gli spiriti maligni. Santa Croce di Gesù Cristo, riversa su di me (noi) tutto il tuo bene. Santa Croce di Gesù Cristo, allontana da me (noi) tutto il male. Santa Croce di Gesù Cristo Re, ti adorerò (adoreremo) per sempre. Santa Croce di Gesù Cristo, aiutami (aiutaci) a seguire la via della salvezza. Gesù, conducimi (conducici) alla vita eterna. Amen.
Belle parole non trovate e io ho in mente di fare un passo indietro e di concedermi più tempo e di realizzare quello scritto per me. Spero che Gesù sia sempre al mio fianco per tutelarmi nella cattiva sorte e in un futuro avverso.
Oggi ho appreso da mia moglie che la fabbrica in cui lavoro sono circa due mesi che non mi paga, questa è stata una cattiva notizia, io sono in malattia e alloggio in una struttura per la salute mentale spero per loro che sappiano come fare, inquanto io oltre ad essere un malato mentale ho una gamba valida al settanta per cento e ho seri problemi al cuore, infatti soffro di fibrillazione atriale parossistica, operata ma senza effetti benefici e circa il sessanta per cento dei 20 farmaci che prendo sono per il cuore. Mia moglie è stata all’ Inps per dettagli sulla questione e lì gli hanno riferito che loro stanno pagando sia la pensione che la malattia. Io invece ho chiamato il mio referente del sindacato che mi ha riferito che lui è all’ oscuro di tutto e che si sarebbe preso informazioni in tempi brevi.
Mi hanno rovinato la giornata con questa informazione, allietata però da una telefonata dei miei pargoli i quali, prima Emily e poi Emanuele mi hanno parlato della scuola e di quello che stavano facendo Emily frequenta la prima media e Emanuele la terza elementare entrambi fortissimi e ne vado estremamente fiero.
Paolo era un alunno educato e di un ottima votazione ma dai ragazzi della scuola come nel caso della fabbrica veniva preso in giro come uno scoppiato sempre nell’ essere se stesso. Triste come storia ma vera anche nelle virgole. Qui nell’ istituto convivo con delle persone inceppate all’ ennesima potenza e io con la capacità di adattamento che ho mi sono subito adattato. Io sono in questo momento come un invalido al cento per cento nessuno sa della mia gamba zoppa, e del mio cuore malato sono solo al corrente della mia testa e che grazie alle medicine prese riescono a farmela girare come si deve. Io però sono convinto di essere guarito e di non aver più bisogno di nulla e come facevo prima di sospendere la terapia, e con la paura di ritornare come prima e ricomparire, la mia morte, ovvero gli attacchi di panico e della grande depressione che mi portava ad ammazzarmi. Comunque non ho voglia di annoiare con questi discorsi, e voglio raccontarvi un po’ del mio secondo lavoro nel quale spendevo il mio tempo libero, oltre a dedicarlo ai miei figli, quello della riparazione di computer. Lo facevo insieme ad un ragazzo che aveva la mia passione, Alfredo, noi trasformavano in un PC ogni cosa che avesse al suo interno una scheda madre. Alfredo ha una buona idea quello di aprire un negozio di informatica, dal nome Mobotech ovviamente ingaggia me come supporto e tutto va bene fino a quando io non ho seri problemi psitici dovuto per lo più dal mio primo lavoro e i suoi benedetti turni di notte, i quali erano 5 consecutivi a settimana massacranti nel vero senso della parola che incrementavano lo stipendio di circa ottanta euro. Il turno di notte aveva in primis quello di produrre, anche delle volte al di sopra, del turno di mattina e quello di pomeriggio quindi ribadisco pesantissimo.
Oggi e ieri ho lavorato un po’ in più in cucina, sempre attento a non combinare guai, perché ieri è mancato l’ aiuto cuoco e oggi e molti altri giorni manca e mancherà il cuoco per consumare le ferie.
Sempre per non annoiare vi scriverò di altro, toccando un argomento che mi sta aiutando all’ interno della struttura ovvero quello di scrivere per voi. A me piace molto scrivere e anche se ho toccato argomenti della mia memoria un po’ scottanti che pensavo avessi rimosso, in fondo in fondo sono contento così. Anche se tardi mi sono accorto che un’ infanzia che non avessi augurato neanche alla persona più spregevole della terra, l’ ho fatta passare ai miei figli e anche se voi mi direte che non è colpa mia ma della mia malattia, io continuerò ad incolparmi.
Del resto anche mia moglie è dello stesso parere se no non pensava che avessi recuperato, non si sarebbe preoccupata di mettermi all’ interno della struttura.
Oggi è stato un casinetto come al solito, mia moglie mi ha chiamato molto afflitta dicendomi di contattare al più presto l’ azienda perché con lei non vuole parlare nessuno dello stabile in cui lavoravo io. Quindi ho chiamato io più volte ma nada nessuna risposta ma Gesù è grande tanto è vero che è arrivata una richiesta di incontro da parte di un medico legale nei miei confronti. Forse sarà sicuramente la domanda di pensione lavorativa fatta da me due anni fa, giunta finalmente ad un epilogo, una pensione tanto attesa da me inquanto è di circa mille e duecento euro più settecento euro di accompagnamento, quella attuale che prendo è di quasi Novecento euro compresa di accompagnamento questa è di invalidità. Infatti vi ho scritto in precedenza che è una pensione cento per cento di invalidità che comprende solo la psiche e non della mia gamba e del mio cuore malato.
Spero tanto che tutto vada bene, so di sicuro che state pensando che è una cosa contraddittoria io sto lavorando in cucina dove alloggio è verissimo ma qui vengo trattato con i guanti ho perfino una sedia dove mi accomodo quando sono stanco con la gamba destra, e poi è un modo per distrarmi, forse solo per questo, ed eliminare i cattivi pensieri.
Il dottore De Gregorio sembra sempre avere un asso nella manica, questo mi fa stare tranquillo perché non sapete com’è tranquillizzante, infatti lui è un uomo molto acculturato che si impegna a 360 gradi riportando la sua cultura in campi da lui conosciuti superficialmente. Quindi per Mercoledì alle ore 15.00 ha incaricato la dottoressa Nadia nell’ accompagnarmi nel ex Saint Coben nell’incontro con il medico legale. Mi hanno richiesto la mia storia racchiusa in un faldone di carte viste ovviamente da me, una montagna nel vero senso della parola. Carte che raccontano la mia storia Delle varie sedi in cui sono stato ricoverato. Vi raccomando non vedete in me soddisfazione inquanto la mia vita è contraddistinta da sofferenza che solo i farmaci la possono convertire e schematizzare in allegria e voglia di vitalità.
Io ora in realtà vorrei morire di malattia, di un cancro micidiale, e stare per sempre con Gesù ma nel dire questo ai psichiatri che mi seguono mi danno dell’ egoista inquanto mi chiedono dei miei figli e come ci rimarrebbero loro. Effettivamente sarebbe una scelta egoistica ma nessuno vuole equivalere la mia vita e di vederla dal vivo di quanto sia dura e tosta da vivere. Questo manoscritto che continuo escluso per parti in cui evidenzio è tutta farina del mio sacco, come lo evidenzia la mia punteggiatura unica e incontradistinquibile. Colui e unico che mi ha dato una mano e intraprendere questa via, ovvero retta, non ci crederete ma è stato il medico aziendale che vedendomi trasferire in azienda tutto quel cartaceo di ospedali, psicologi, psichiatri e di operazioni al cuore che mi chiede il motivo il perché non avessi richiesto una pensione lavorativa e io semplicemente rispondo a questa informazione con un’ altra affermazione e cioè per la differenza economica ma quando non sto bene sul serio mi devo contraddire e dargli ragione. Così do il via al nuovo calvario, lo chiamo così perché le cose che riguardano la testa sono difficilmente spiegabili ma una volta stabilito il rapporto di medico e ammalato nessuno vi può dire che è sbagliato. Errore che ho fatto non unico ma di notevole importanza è quello dove inciampano molte persone con disturbi della personalità ovvero quello di credere di essere indemoniati e passare di volta in volta da un esorcista all’ altro ovviamente senza arrivare mai a una conclusione. Ma la mia presenza tra i psichiatri del Casertano compare circa 20 anni fa per diversi motivi primo in assoluto mio padre e poi tantissime situazioni sempre attaccate a lui e alla mia malattia. Io essendo anche un malato puretico, ovvero non riesco ad urinare in luoghi pubblici, ho come ultima possibilità la seduta di ipnosi fatta con il dottore Rossani a Roma avvenuta con successo ma che ho avuto benefici in parte. Per ora sospendo il mio racconto fino a Mercoledì ovvero dove vi racconterò l’esito della mia visita medico legale ore 15.00 ex Saint Coben di Caserta.
Bene allora ieri siamo stati alla visita medico legale io e le due psicologhe tra cui la dottoressa Nadia come vi avevo già parlato, andiamo con la macchina della dottoressa Nadia, il viaggio tutto ok. Poi arrivati e per trovare l’ edificio giusto e il piano è stata un po’ un’ impresa comunque tra uno sbaglio e l’ altro siamo arrivati dal medico che in realtà ne erano 5 li tutti per me. La dottoressa chiede il motivo della convocazione e loro rispondono che era stata l’ azienda a convocarli a sua volta, per avere un pretesto per licenziarmi, mi chiedono che cosa volessi fare io gli dico che voglio ancora lavorare e loro mi dicono che il problema non esite che oggi avere un lavoro è una fortuna che non bisogna sprecarla e che piuttosto loro dovrebbero trovarmi un allocazione appropriata per me , così segnano dei documenti, da richiedere in azienda e mi salutano. In questo modo andiamo a Marcianise nella zona industriale nella mia azienda e presentiamo il foglio rilasciato dai dottori e così la segreteria del direttore ci chiede una PEC o una raccomandata.
Così rientro in struttura contento dell’ incontro e oggi spero che la dottoressa avesse provveduto al da farsi.
Ho avuto un risposta positiva oggi, ieri ho lasciato su Facebook il numero di telefono al mio sindacalista della coalizione, Clemente Corvino e lui mi ha chiamato e ascoltando il mio racconto mi ha promesso che Lunedì appena ritornato a lavoro avrebbe chiesto all’ azienda cosa avesse in mente per un mio futuro. Non sapete come sono stato felice lui oltre a essere un collega è un caro amico mio. Io ho recitato solo una piccolissima preghiera contenuta nella bibbia al versetto trenta del capitolo 14 di Matteo che dice “Signore Salvami” io l’ ho recitata per quindici giorni mattina e sera e penso che sia stato accontentato anche questa volta amen. Sono arrivato a Domenica pomeriggio carico di pensieri nella testa più positivi che negativi spero che questa questione si risolva nel migliore dei modi. Oggi mercoledì non ci sono novità per questo vi parlerò di altro e in particolare quello che è successo a tavola dove, una signora ed un ragazzo si divertono per fatti loro, e un commensale alza la tavola distribuendo il cibo su di loro e poi armato di una sedia minaccia tutti fino all’intervento dell’ operatrice che poverina dopo allontanato il tale gli tocca ripulire il tutto.
Io come altri non finiscono di mangiare e si inizia a parlare del più e del meno sul fatto accaduto e che ci piaccia o no viviamo con problemi psichiatrici chi ne ha di più e chi ne ha di meno. A proposito ieri ho avuto la notizia che mio padre è stato arrestato e chi me l’ha data è un caro mio cugino che da anni abbiamo ripreso i contatti, io allora essendo preoccupato per Sebastiano inizio le mie telefonate ma nessuno sa dirmi della cosa e qualcuno scocciato della telefonata mi manda a quel Paese dicendomi che mio padre non se ne mai fregato dei loro problemi restando a me immaginare quanto se ne fregano di lui adesso, dicendomi di curare prima me stesso. Forse è vero ovvero hanno ragione loro ma che ci volete fare sono rimasto male, forse perché se stavo bene ovvero meglio avrei sciolto il nodo. Ma anche questa volta lasciamo la cosa nelle mani del fato, anche se non è da me purtroppo non sono nelle condizioni di fare diversamente. Veniamo a noi oggi sono stato al tabacchino per comprare le sigarette, dimenticavo di dirvi che io fumo anche se poco ovvero al di sotto Delle 10 sigarette al giorno, parlando viene fuori del mio desiderio di tornare a casa e lui prendendo informazioni da me di dove alloggiavo mi dice che è un po’ difficile uscirne e anche se la mia psicologa dottoressa Maria Paola mi ha detto che il percorso all’interno della struttura può durare al massimo tre anni. Fortunatamente nella strada del ritorno ho incontrato le due dottoresse che mi hanno accompagnato se ricordate nella visita di controllo, le quali si fermano e mi danno un passaggio in struttura, durante il viaggio di ritorno mi chiedono della PEC e io gli rispondo che il dottore la aveva già inviata e loro contente mi assicurano sul da farsi.
Mia figlia mi ha regalato un libro”Il progetto di Dìo” con scritto sul segna libro “Papà sei prezioso per me” splendide parole che accendono in me un desiderio fortissimo di vita, voglia di rispettarle fino in fondo, insomma di percorrere la mia retta via senza ostacolarla, ti voglio bene Emily.
Ho fatto dei test per esaminare il mio grado di intelligenza molto semplici del tipo in che anno sono nato, dove sono nato, dove risiedo, moltiplicazioni e sottrazioni comunque il tutto superato con ottimi risultati, quindi sono stato molto contento che ho superato anche questo traguardo, ora aspetto solo un oudit da un ente superiore che mi tragga fuori da questo vortice che ha preso in pieno la mia vita.
Io scrivo per voi, lettori, e per il dottore De Gregorio, mio fratello Mario e mio fratello Francesco, ai quali però invio una copia parziale, di tanto in tanto, via email e loro mi hanno detto per incoraggiarmi ancora a scrivere che questo libro è un capolavoro e io ne sono molto soddisfatto. Stamattina sveglia alle cinque inanzitutto perché avevo un freddo boia e poi per continuare il racconto della mia vita, ovvero di una parte della mia vita con degli sprazzi di tanto in tanto della mia vita passata. Mi Hanno ascoltato stamattina hanno comprato le stufe elettriche ovviamente stamattina ho ripreso a dormire e ora sono circa mezzogiorno e vi sto scrivendo dalla cucina inquanto i miei compiti li ha già soddisfatti. Ho appreso la notizia che il dottore per sicurezza ha inviato anche la raccomandata inviata alla mia azienda ieri mattina ne sono contento.
Stasera prima di sedermi a tavola ho assistito ad una scena raccapricciante stavolta erano due donne a litigare, così una si arma di una sedia e l’ altra del Mio tavolo, iniziano dapprima con le parole”zoccola e puttana” poi iniziano a volare tavole e sedie, risultato che una scappa e io resto senza cena ma ho dimenticato di dirvi che a guardarle c’era no dei bimbi figli di un’altra signora i quali assistendo alla scena iniziano a piangere e naturalmente portati fuori dal locale mensa per sicurezza, qui ribadisco ci sono persone che hanno giusto la testa per dividere le orecchie.
Stamattina c’era il controllo dell’ ASL quindi ho affettato il pane, ho sbucciato i mandarini e infine ho apparecchiato l’ Aula mensa e poi sono dovuto uscire dalla cucina per non dare problemi al presidio. Ho approfittato che c’era la psicologa Maria Paola per fare un breve colloquio e dirle che in cucina mi trovo bene ovvero a mio agio e se era possibile avere una ricompensa al lavoro prestato maggiormente perché volevo fare un regalino, un cellulare di ultima generazione, a mio figlio la dottoressa non mi nega nulla ma mi fa comprendere che devo aspettare che Asl paghi gli arretrati solo così ovvero con quella disponibilità economica si può fare anche questo. Ieri ho ripreso i contatti con una ragazza del mio paese, ovvero di Sessa, Serena già da un nome bellissimo che rispecchia la sua persona, abbiamo chattato dal pomeriggio fino a sera e ci siamo detti un po’di cose poi gli ho inviato il mio libro via Facebook e visto che non entrava come messaggio ci siamo scambiati WhatsApp e lì tutto ok e cioè che all’interno della chat è entrato tutto. Comunque sono contento e penso che voi lo potete apprezzare, ritorniamo a noi stasera in cucina non si fà nulla perché c’è la pizza e qualche calzone lo chef ha già provveduto per la frutta e l’ apparecchiare ai tavoli quindi a me tocca solo scrivere per voi sempre con enorme piacere. Approposito ieri sera, siccome ho sospeso le terapie, perché senza soldi non si cantano messe, ho deciso di allenare un po’ la mia gamba, e quindi ho deciso di andare a pregare e di andare dal tabaccaio, pioveva quindi mi toccava la stampella in una mano e l’ ombrello nell’altra ho fatto circa due chilometri e credetemi il mio umore si era rallegrato ovviamente ascoltavo musica.
Scusate per la mia forma che lascia a desiderare però è la prova che tutto questo scritto è farina del mio sacco. Stamattina su WhatsApp ho inviato un bellissimo primo dicembre e poi dopo poco ho scritto” Finalmente sta finendo il 2017 e inizia per noi il 2018 un anno carico di piacere e felicità ne sono sicuro” non è una frase fatta ma ci credo veramente. Poi mia sorella mi dà la certezza dicendomi che 2018 sarà un anno carico di piacere e di tranquillità. Oggi nel pomeriggio non ho nulla da fare in cucina quando sono andato non c’era nulla da fare quindi ho apparecchiato e sono andato via in stanza, scusate il gioco di parole. Mi sta venendo in mente che vi annoio parlando della mia vita quotidiana e quindi mi dispiace, comunque continuo a scrivere curando questa cosa del resto non riesco a praticare nessuno, infatti la ragazza che vi ho raccontato di ieri secondo me ha avuto paura di me oggi al mio chattarle mi ha risposto con delle faccine e niente più avrà sicuramente timore dei bipolare schizzofrenico. Triste ma purtroppo questa è la mia vita.
Scusate se in questi due giorni non ho scritto è perché mi trovo a combattere contro gli attacchi di panico senza che abbia un pensiero stretto su qualcosa in particolare. Oggi mi sento un pochino meglio ma in compenso ho un giramento di testa che mi sembra essere in un vortice violento, infatti per scrivere sono appoggiato supino sul letto. L’ altra sera al bar con i miei fratelli ho conosciuto una ragazza alla quale ho fatto un complimento aveva un orecchino al naso, sapete del tipo che si infila in punta al naso che va’da una narice all’ altra, io allora gli ho chiesto chi glielo avesse fatto e il suo accompagnatore mi dice chiedendole il permesso che lo aveva fatto da sola e io gli faccio i complimenti. Poi ci mettiamo in disparte a parlare approfittando che il resto Delle persone iniziano a parlare di calcio, e lei mi confessa di essere una ragazza diversa ovvero che gli piacevano le donne allorché io gli dico che nel momento nasciamo non decidiamo noi le labbra il naso oppure i capelli e che quindi anche il nostro orientamento sessuale è contro la nostra volontà e quindi è un nostro beneficio accettarlo e farlo nostro e lei contenta di un mio non rifiuto della cosa riprende fiato e inizio a parlare dei miei problemi e della mia unicità a raggirarli. Molto contenti entrambi di averci conosciuti ci salutiamo e ci diamo appuntamento alla prossima volta al bar.
Un primo per otto dicembre faccio rosolare la cipolla nell’olio di oliva, aggiungo dei dadini di speck e raggiunto un grado di rosolomento aggiungo tagliate alla Julian molte zucchine e poi in finale della cottura aggiungo del formaggio rabiola e poi ovviamente dei fusilli. buonissimissimo. Questo piatto io ho partecipato al mille per cento, lo ho voluto descrivere perché vale la pena copiarlo. Alcune volte rileggendo il libro dico che bravo, ma le ho scritte davvero io queste cose ho le ho copiate, e invece vi giuro che è tutta farina del mio sacco.
Io ascolto molta musica e in particolare musica reggue e ogni sera ne faccio una buona scorpacciata prima di addormentarmi solo ascoltandola senza ballarla, questo perché mi dà voglia di vivere insuperabile su tutto.
PENSIERO DELLA NOTTE
Da bambini aspettiamo di diventare adulti.
Diventati adulti, aspettiamo la sicurezza e le comodità, poi aspettiamo la fine della nostra giornata di lavoro, le vacanze e la pensione.
Fa’ che non dimentichiamo il tuo avvertimento: è questa l’ora!
NOTTE BELLA A TUTTI.
Sono un po’ di giorni che non vi scrivo, questo perché sono stato un po’ impegnato con una faccenda che mi riguarda, ovvero il lavoro, i miei superiori mi vogliono parlare così cercano con il mio supporto il modo di come fare. Così con la segreteria del direttore del personale contratto un giorno per vedere i due capi del personale, due perché c’è un nuovo acquisto che fa un po’ di gavetta con il più anziano. Insomma per essere il più breve possibile chiamo mia moglie e gli dico che dal 5 di Dicembre risulto scoperto quindi di fare un ulteriore prolungamento della malattia dal 5 al 21 di Dicembre. Una volta finito il periodo di malattia mando in azienda una raccomandata con il seguente avviso ovvero di mettermi in ferie o utilizzando i miei Rol per un determinato periodo utile al nostro incontro. Se tutto va bene penso di aver risolto un grande groviglio, da solo come in precedenza mi aveva convinto il mio rappresentante sindacale dicendomi che per una questione di privacy nessuno dei capi voleva parlare con lui o mia moglie, raccomandandomi che nel grande incontro lui voleva essere chiamato in mio supporto e io lo farò.Scusate apro una bella parentesi e poi la richiudo spiegandola, Grazie è quello che penso il premio della nostra esistenza è quello di una nuova esistenza senza dolori e sofferenze è qui che purifichiamo la nostra anima per questo dobbiamo accettare tutto. Questa frase è una risposta ad una mia affermazione ovvero a un pensiero per la notte fatto da me e inviato ai miei amici di WhatsApp
PENSIERO DELLA NOTTE
Vedere la morte come la fine della vita è come vedere l’orizzonte come la fine del mare.
NOTTE BELLA A TUTTI.
Forse sarò veramente unico nello scrivere ma che volete bisogna solo apprezzare la mia naturalità un grande abbraccio a mia sorella Antonella.
Oggi ovvero stanotte e l’altra notte mi è capitata una cosa strana, ho iniziato a piangere senza un vero motivo, ma so quando il tutto è iniziato ovvero quando mia sorella mi chiama e mi ha fatto notare uno speciale montaggio di foto che ha fatto per me Facebook per festeggiare la fine del 2017, tante foto e in special modo dei miei bambini e quindi a guardarle mi sono commosso e poi alla fine della telefonata intercorsa ho iniziato a piangere con lacrime molto abbondanti e come ho descritto prima si sono propragate per altre sere. Comunque il tutto combacia anche con la decisione di non voler fumare più già abbandonata come idea perché stasera mi sono allungato alla speciale Madonnina, che mi aiuta sempre e dopo aver recitato le preghiere per lei mi accendo una sigaretta e di nuovo mi risale l’ umore.
PENSIERO DELLA NOTTE
Ogni istante è eternità, perché l’eternità può sperimentarsi in quel minuto.
Ogni giorno, minuto e ora è una finestra attraverso la quale possiamo scorgere l’eternità.
La vita è breve, nondimeno è senza fine.
L’anima non perirà, ma a causa della breve stagione di questa vita, dovremmo mietere quanto più possiamo dell’immortalità.
NOTTE BELLA A TUTTI.
Caro Gesù bambino in questi giorni, in cui nella nostra società molti festeggiano il Natale, senza sapere chi è il festeggiato, da povero italiano non ho timore di rivolgermi a te, ben sapendo che solo tu sei in grado di concederci le grazie di cui abbiamo bisogno. A chi infatti dovremmo chiederle se non a te? Sei l’unico che è rimasto credibile in questo mondo, dove tutti promettono e nessuno mantiene. Non mi lascio ingannare dal modo umile e discreto con cui sei entrato in questo mondo. Apparentemente sei venuto a mani vuote, al freddo e al gelo di una grotta, a stento riscaldata da un bue e un asinello. Deposto in una mangiatoia, non stavi meglio di tanti bambini che fuggono dalla fame e dalla guerra verso le nostre contrade. Eri privo di tutto, ma avevi vicino a te due persone meravigliose, come mai ce ne sono state: tua madre Maria e il tuo custode, Giuseppe, che ti guardavano incantati, ben sapendo quale dono in quel momento il Cielo aveva fatto alla terra. Sei nato povero fra i poveri, bisognoso di tutto, ma hai arricchito il mondo con la tua presenza. Venendo in mezzo a noi ci hai fatto il regalo più grande che potessimo desiderare. Tu, Bambino Gesù, sei la nostra luce, la nostra salvezza, la nostra pace. A Natale hai dato al mondo in regalo te stesso. Lo ha annunciato l’angelo ai pastori assopiti, improvvisamente svegliati da una musica celestiale: ”Vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un Salvatore, che è il Cristo Signore”.
Caro Gesù Bambino, sei tu il regalo di Natale che vorrei chiedere in primo luogo per il mio paese, per questa Italia che ha regalato il presepe al mondo, ma che adesso lo proibisce negli asili e nelle scuole e che si mostra sempre più insofferente per tutto ciò che ti riguarda. Qualcosa di strano e di pericoloso sta succedendo da qualche tempo. Proprio nelle nazioni dove il tuo Vangelo ha prodotto i frutti più belli di fede, di carità e di civiltà, è scesa una nebbia spessa che ti copre e ti oscura, come se la gente si fosse stancata di te. Sono sempre meno le persone che ti ricordano. Sono pochissimi quelli che sanno che il giorno di Natale è quello del tuo compleanno. Quando vado al supermercato faccio fatica a trovare una scritta di “Buon Natale” da appendere sulla porta di casa. Pare che la nostra società ti abbia privato del permesso di soggiorno. Non puoi immaginare quanto ci rimanga male. Tu forse ci sei abituato perché, da quando hai posto la tua tenda in questo mondo, sei divenuto un perenne fuggiasco.
Non mi rassegno però al fatto che tu te ne debba andare anche dalla nostra bella Italia. Mi chiedo che cosa saremmo senza di te. Che cosa ne faremmo di decine di migliaia di chiese vuote, che verrebbero messe in vendita a prezzi stracciati, trasformate in moschee o in discoteche, o addirittura rase al suolo per non pagare la tassa sul fabbricato? Che ne sarebbe delle nostre meravigliose opere d’arte, che tutto il mondo ci invidia, dove Tu e tua Madre siete stati la scintilla che ha acceso il genio di innumerevoli pittori e scultori? Che ne sarebbe della nostra lingua e della nostra letteratura prive dell’anima cristiana che l’ha alimentate, facendo di esse un patrimonio inestimabile dell’umanità? Senza di te, caro Gesù Bambino, la nostra Italia diventerebbe un cumulo di macerie, un deserto senza vita, infestato da serpenti e da scorpioni. Non te ne andare Bambino Gesù. Ti diamo la cittadinanza italiana, ti esentiamo dalle tasse, ti procuriamo una casa e un lavoro, ma non te ne andare.Vedo che non ti lasci convincere. Vuoi qualcosa d’altro. Ho capito, non ti interessano le nostre cose, ma i nostri cuori. In questo Natale vorresti trovar posticino nel cuore di ogni italiano. In fondo che cosa ci costa? Dovremmo solo fare un po’ di pulizia, tirare via il marcio, raccogliere la spazzatura e portare tutto in quel luogo benedetto dove il tuo amore tutto brucia e consuma. Questo è ciò che desideri, ciò che chiedi, ciò che ti aspetti da questa Italia che da due millenni ricolmi di doni. Vorresti che mettessimo da parte i pregiudizi, le cattiverie, le guerre che non ci stanchiamo di farti da ormai da troppo tempo. Che cosa ci abbiamo guadagnato a mettere al tuo posto Babbo Natale, a sostituire le pecore con le renne, a chiamare festa d’inverno la tua venuta in mezzo a noi? Il bilancio è fallimentare. Siamo poveri e disperati. Ritorna Gesù Bambino. Senza di te siamo perduti. Vieni con il tuo sorriso a ridarci la speranza. Porta la tua famiglia in mezzo a noi, perché ci siamo dimenticati che cosa sia una famiglia. Porta la tua pace nei nostri cuori senza pace.
Io sono molto devoto a Gesù la prima cosa in assoluto che ho pensato è quello che provo è di condividerlo con voi.
Signori lettori ho perso le ultime tre pagine che ho scritto, e adesso mi tocca ricordare tutto quello scritto per voi, sarà difficilissimo perché dopo l’ incidente forse è meglio chiamarlo così, ho perso la mia memoria breve che in parte è andata a mettersi in disparte per lasciare spazio alla memoria temporale. Quindi non ricordo proprio quello che ho scritto, tranne una cosa che devo finirla nel descrivere la mia vita spezzone per pezzo di quadro e di descriverla solo in emozioni e disavventure senza soffermarmi a descrivere solo la mia vita, rischiando di annoiarvi e per evitare che voi non mi seguite più.
La semplicità guarda alla natura senza mettersi gli occhiali.
Quando potrai risolvere le cose senza complicarle, fallo a tuo proprio vantaggio.
Cerca nella semplicità la soluzione di tutti i tuoi problemi.
PENSIERO DELLA NOTTE
La mia colomba sta nelle fenditure della roccia: fammi sentire la tua voce, poiché la tua voce è effusione dello Spirito.
Maria, che vivi in Gesù, colomba nelle fenditure della roccia che ci salva, cuore ferito d’amore nelle ferite della roccia.
Voce soave, che sgorga come un’acqua di vita per guarirci dall’amarezza del peccato.
Maria, avvolgimi nel mistero di Cristo, accoglimi nel tuo cuore in cui riecheggiano le parole dell’angelo e quelle del tuo canto di ringraziamento,
nascondimi dentro di te, mia colomba, amica mia, mia bella.
NOTTE BELLA A TUTTI
Bellissimi pensieri che nascondono in loro la magia del Natale.
Oggi 27 di Dicembre manca pochissimo alla fine del 2017 e l’ ingresso del 2018 e sono veramente molto contento inquanto l’ anno che va via mi ha portato tanta malinconia.
Mi sono ricreduto su una cosa e del fatto che abbia fatto tutto nella mia vita, ma il mio terapista mi ha fatto ricredere chiedendo dei miei viaggi, allorché io non ho avuto risposta positiva inquanto più di Palermo e Milano non ho visitato più nulla e quindi lui mi ha detto che il viaggiare è importante enunciando dei luoghi molto affascinanti, tipo New York, che hanno riacceso subito la voglia di vivere credetemi davvero forte.
Per me Palermo e Milano sono importanti tanto quanto le due storie che ho fatto, infatti a Palermo ero andato per un corso di video telefoni e avevo preso per alloggiare una suite, nella quale alloggiavano attori teatrali, del costo di 130000 lire a notte e io già dalla prima notte alloggiavo in compagnia di una ragazza, Rossella, una mia compagna del corso con la quale cenavamo anche nel letto e dopo cena fumavamo anche una canna di erba uno sballo fare l’ amore fumati. Anche sulla nave del ritorno ho fatto conquiste di una ragazza, Barbara, la quale era stata a Palermo per un matrimonio la quale vuole vedere con me un film nella sala proiezione della nave e dopo il film ci accantoniamo insieme sotto le scale principali della nave. Milano lo stesso conosco questa volta in metropolitana la figlia del ambasciatore vietnamita in Italia la quale dopo degli sguardi decidiamo di baciarci e di dormire insieme. Ve lo ho narrato veloce ma credetemi breve ma intenso. Dalle storie che vi ho narrato posso essere considerato un tipo facilone ma credetemi non è così io ero un ragazzo molto passionale e se capitava una ragazza come me passionale scoccava la scintilla.
Oggi è stata una giornata un po’ triste per me, ovvero inanzi tutto un po’ lunga da trascorrere, con il pensiero fisso di troncare la mia vita malinconica ridotta al lastrico ormai, ma ecco il signore di nuovo lì pronto ad aiutarmi nelle vesti stavolta di un operatore, Adolfo, che vedendomi così mi chiede cosa mi fosse capitato e io sprofondo in un lacrimale confessionale nel quale capovolgo tutto quello che mi passava nella mente, compreso il mio desiderio di chiudere la mia vita sofferente. Adolfo così mi fa recuperare un po’, tacendo e soprattutto ascoltando il mio stare male ma poi alla fine mi dice che momenti di sconforto sono di tutti, compreso in lui, ed è già tanto di provarci a superarli da soli e che io sono un ragazzo da esempio per tutti, e che poi lui come gli altri operatori sono qui per questo di aiutarci nei momenti di sconforto.
Io alla fine vengo trasportato in uno stato di tranquillità duraturo del quale non mi resta altro di ringraziarlo, grazie ancora Adolfo.
Un altro episodio che dimostra la bravura di questi operatori é quando l’ anno scorso presi l’influenza e avevo la febbre a quarantuno e otto e stavolta l’operatrice di turno decide di chiamare Bernardo per un confronto perché indecisa di chiamare o meno l’ ospedale. Ma allora Bernardo decide di spogliarmi e di preparare una conca con acqua fredda e di utilizzare questa ultima per lavarmi nel letto raffreddandomi, così la febbre scende a trentotto e tutto il resto lo fa la Tachipirina piccole cose, ma grandi per me, che fanno degli operatori una grande equipe.
Oggi ho avuto il colloquio con la dottoressa Nadia, una delle due dottoresse che mi accompagnarono al palazzo dell’ ASL alla quale ho riferito il colloquio telefonico che ho avuto con la segretaria del direttore del personale, e il nostro accordo il quale prevede dopo l’ arrivo della raccomandata nella quale si chiede da parte mia dei giorni di ferie tali da soddisfare un incontro con il direttore del personale. Inoltre la segretaria mi ha confermato la spedizione dei famosi documenti, richiesti dai medici legali dell’ASL. Ottimo come fattore teorico ma come ogni teoria ha bisogno del fattore pratico e che quindi staremo ad osservare.
Oggi ancora stiamo in alto mare con le cose che vi ho scritto in precedenza, ma voi capirete benissimo che sono cose che hanno il loro tempo, ovvero molto.
Mi sono venute in mente tutti gli accessi che ho fatto al pronto soccorso, in special modo quelli in cui entravo in fibrillazione atriale parossistica nella quale pensavo che il cuore volesse uscire dal petto, infatti batteva talmente forte e veloce. Io come il mio solito fare dopo l’operazione avevo smesso di prendere le medicine e quindi quando sono stato in coma rieccola comparire e i medici ora me le hanno reinserite tutte le medicine post operazione. Io credevo tanto che dopo l’operazione non avessi avuto più problemi ma tra il credere ed il fare c’è di mezzo il mare.
Io ho iniziato da piccolissimo a lavorare, per forza di cosa, il mio primo lavoro è stato quello di asciugatura di macchina nell’ autolavaggio di mio padre avevo all’ incirca sei anni… Mio padre non mi pagava e quindi mi toccava chiedere i soldi ai clienti dicendo loro” ma vuora a mazzetta” loro sorridevano e vedendomi così piccolo mi accarezzavano il capo e mi davano la mille lire o quando mi andava bene la mitica duemila lire.
Ho lavorato come meccanico da Umberto sempre nel periodo di chiusura delle scuole nell’ estate. Ho lavorato come radiotecnico nel frattempo che frequentavo le scuole superiori, per mantenermi, frequentavo l’ industriale e poi ho preso il ramo di elettronica e telecomunicazioni per diplomarmi. Dopo il diploma ho iniziato a lavorare come commesso da Albero scarpe e durante i weekend andavo ad aiutare la mia ragazza nella pasticceria Setaro. Poi all’ età di 21 anni attraverso un agenzia interinale ho preso il posto come metalmeccanico nella fabbrica in cui lavoro tutto oggi.
C’era una volta la città dei matti, questo è un film che oggi mi hanno portato a vedere accompagnato dagli operatori Silvestro e Monica, che parla dei primi ospedali psichiatrici nati ed essendo i primi nati difficili da dirigere ovviamente con le difficoltà di cosa andasse bene e di cosa andasse male per i pazienti. Il film parla di un nuovo direttore di un ospedale psichiatrico e la sua caparbietà nel voler cambiare molte cose rigide nell’ospedale e i suoi problemi nel farlo.
Dopo il film c’è stato un dibattito in cui ognuno di noi ha espresso la sua su quello visto e io come gli altri ho espresso la mia ovvero ho parlato dell’ elettroshock, da me subito e molto differente da quello visto in tv e mi hanno detto che è ovvio inquanto il film parlava di cento anni fa e quindi non c’è paragone. Comunque per non portarla per le lunghe il film in termini stretti parlava della trasformazione dei centri di salute mentale che hanno subito per arrivare a quello che sono oggi.
Dopo il film ho sofferto di attacchi di ansia molto forte tanto che ho dovuto chiedere aiuto all’ operatrice chiedendo al dottore Di Gregorio se era possibile somministrarmi qualche goccia di ansiolitico, e così il dottore da il consenso di farlo, e io mi calmo. Purtroppo anche il giorno dopo ne soffro e attraverso l’intervento del dottore posso godere della somministrazione di un altro quantitativo di gocce e oggi spero di stare lontano. In tutto questo è stato la primissima parte del film nella quale si esprimeva la grande crudeltà in cui venivano trattati i pazienti di cui alcuni legati al letto, altri rinchiusi in gabbie e altri ancora dati a mangiare con imbuti insomma un inferno tremo anche nel parlarne. Ringrazio Dio di questo centro in cui sono capitato pieno di persone a modo con finalità amorevoli nei nostri confronti.
Questa sera ho visto la seconda parte del film, e rispetto alla prima parte meno crudele, e la volontà da parte dei dottori il desiderio di cambiare e di far arrivare ad una fine i manicomi, ma il volere era ancora troppo lontano dal potere, tanto è vero che a spegnere ogni speranza è la fine del dottore, e quella rappresentata anche dalla fine del film, è quella che il dottore muore di tumore al cervello.
Ieri per la prima volta sono partito con gli altri, in gita, e siamo andati alla reggia di Caserta ci siamo preparati e poi riuniti nell’ antrone della struttura per aspettare l’arrivo del dottore De Gregorio. Così arrivato il dottore siamo partiti con due auto dove in totale eravamo dieci persone, il viaggio è stato molto piacevole accompagnato da dell’ ottima musica, una volta arrivati abbiamo trovato posteggio a un parcheggio limitrofe alla reggia. Io ho trovato molta disponibilità nei confronti di un invalido e il suo accompagnatore ovviamente il tutto dedico a farmi avere un bel ricordo della reggia, come prima cosa l’ ingresso quello principale lasciato passare solo da me e poi una sorpresa ovvero il servizio navetta offerto a me gratuitamente che una volta preso mi ha salito direttamente al “giardino inglese” dove li mi sono accomodato su una panchina libera e mi sono riposato poi visto che non arrivava nessuno della truppa sono entrato nel giardino un vero spettacolo, offerto per me sempre gratuitamente veramente bellissimo, l’ho girato fino all’arrivo di una telefonata da parte della dottoressa Antonella la quale mi consigliava di scendere perché i ragazzi erano stanchi così ho ripreso la navetta e sono sceso una volta giù mi sono riunito al dottore che era accompagnato da due dottoresse e ci siamo incamminati e arrivati fuori a un bar ci siamo accomodati per permettermi di consumare la colazione, dalla dottoressa conservata, poi dopo un breve giro siamo arrivati alle auto per riprenderle e ritornare alla struttura, scusate la voglia di condividere questa esperienza con voi ma è stata molto bella.
Premetto che non vorrei farlo, perché lascio molti punti interrogativi, ma sono giunto a una conclusione, ovvero ho avuto delle risposte positive dall’ azienda in cui lavoro ora devo solo aspettare l’incontro con il direttore del personale, che andro con il direttore della struttura il dottore Di Gregorio, il resto penso di scrivere un altro libro per la gioia di tutti spero di iniziarlo con un prospetto tutto positivo per voi ma anche per me quindi con un arrivederci.