Questo è l’ottavo anno che partecipiamo a “Più libri più liberi”, la fiera dell’editoria indipendente di Roma, la seconda per importanza in Italia.
Abbiamo fatto un po’ di conti e… siamo orgogliosi di dire che non abbiamo mai avuto un’edizione migliore. Rispetto all’anno scorso abbiamo fatto circa +30%.
Tuttavia vorremmo per una volta tirare fuori i numeri reali (e non millantati o gonfiati come accade spesso) per far capire alle persone cosa significa partecipare a una fiera per un piccolo editore come noi.
Intanto partiamo dal costo dello spazio che è di 930 euro per uno stand 3×2 metri. Insomma stiamo parlando dello stand piccolo, uno stand che quando avevamo meno libri dividevamo con altri editori (prima Intermezzi e poi Historica). C’è poi da considerare l’iscrizione alla fiera. Che per i non iscritti all’AIE costa 350 euro. Quindi in tutto, solo di stand, un editore spende 1280 euro + 22% iva, cioè 1561 euro per 4 o 5 giorni di fiera.
In questa edizione abbiamo incassato 1203 euro, per un totale di 128 libri venduti.
Mentre nel 2015 avevamo incassato 900 euro, per un totale di 101 libri venduti, ma l’edizione del 2015 è stata veramente un disastro, forse per gli attentati di Parigi che avevano spinto la gente a stare a casa.
Quest’anno c’erano diversi bonus: avevamo una novità in anteprimissima (esce il 12 gennaio 2017 in libreria), diversi autori erano presenti allo stand, avevamo più libri. Insomma se non ci fosse stato un miglioramento sarebbe stato grave. Aggiungiamo anche che Las Vegas sta crescendo in generale: i rendiconti del distributore migliorano, siamo più seguiti dai lettori e da chi fa informazione. È una crescita lenta, lentissima, ma per noi che abbiamo proceduto sempre a piccoli passi è normale.
Insomma 1203 meno 1561 fa -358 euro. Questo senza contare che: non abbiamo tenuto conto delle spese di albergo, viaggio e pasti, il nostro tempo, il costo dei libri, ecc.
Tenete presente che a Portici di Carta, manifestazione che si tiene sotto i portici di via Roma a Torino abbiamo incassato 892 euro per 79 libri venduti. E lo stand è gratis. E non è ‘una fiera nazionale’.
Voi direte: sì, ma i contatti stampa? I lettori guadagnati? Gli unici contatti stampa guadagnati sono stati di blogger, e combinazione erano di siti e blog che già seguivo (quindi prima o poi). I lettori guadagnati: se dopo otto anni di cui sette nella stessa posizione la gente ancora ti chiede se è il primo anno che siete lì qualche domanda c’è da farsela. Il pubblico mi è sembrato più distratto che mai, poco attento e consapevole, poco interessato. Soprattutto sabato e domenica sembrava che fossero venuti lì a fare la passeggiata ma dei libri sostanzialmente fregasse proprio poco.
Dall’area relax, posizione privilegiata da cui si possono vedere gli stand dall’alto, si vedevano spesso i corridoi e gli stand vuoti, anche in orari piuttosto centrali. Quindi, mi scuseranno gli organizzatori di Più libri più liberi, ma al ‘record di biglietti’ ci credo poco, o comunque per noi non significa niente, visto che per ‘fare record’ basta semplicemente eliminare un po’ di pass gratuiti.
Aggiungo che la fiera mi è sembrata la fotocopia dell’anno precedente. Anche il programma, nonostante il numero di eventi che a mio parere non significa niente, non ha mostrato guizzi.
Quindi vale la pena andare a Più libri più liberi? Sicuramente per un lettore che non l’ha mai vista può essere interessante. E può essere una piazza nuova per un editore che non c’è mai stato. Per noi la risposta è molto meno certa. Ci sembra una fiera destinata ad accartocciarsi, non certo a crescere.
Al di là dei ‘campanilismi’ e del pessimo atteggiamento di chi la organizza, non siamo molto invogliati ad andare a Tempo di libri (si chiama così la nuova fiera del libro di Milano), che costa 1500 euro + 22% iva (cioè 1830 euro). È una fiera nuova ed è organizzata dalla stessa associazione che organizza Roma, cioè l’AIE. Al momento i presupposti non ci sono.
E quindi, ci rivediamo al Salone del Libro di Torino. Quello sì che ha sempre funzionato.
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