In ogni romanzo convivono due storie: quella che l’autore ha scritto e la storia di come il libro sia riuscito a essere pubblicato.
Rosso Katmandu non fa eccezione: mi era capitato di leggerlo in bozza partecipando a quella che – se non ricordo male – era la prima edizione del torneo letterario IoScrittore. Mi ero detto: se non vince, devo trovare il modo di pubblicarlo io con Las Vegas. E così avevo fatto: avevo contattato la segreteria del premio e chiesto se potevano girarmi il contatto dell’autore di Rosso Katmandu. Il testo per regolamento era firmato da uno pseudonimo, quindi posso affermare che non sapessi assolutamente nulla di chi l’aveva scritto. Loro mi avevano risposto che per ragioni di privacy non potevano darmi il suo nominativo ma avrebbero potuto fare l’inverso: dare il mio al misterioso autore (o alla misteriosa autrice). Che così mi aveva chiamato: era un livornese che stava da tanti anni a Pisa (il che era molto particolare!) e si chiamava Enzo Gaiotto. Non era un esordiente ma era contento della mia proposta. Nel marzo 2012 usciva così Rosso Katmandu, e due anni e mezzo dopo Solo me ne vo per la città.

Di cosa parla “Rosso Katmandu”?
La storia parla di Antonio che di lavoro fa il portalettere o postino, che dir si voglia. Antonio è stato trasferito in Garfagnana e qui si innamora di Lisiana. Antonio è un bel tipo, che piace. Lisiana è bellissima ma fidanzata, il fidanzato però è lontano.
Antonio è convinto di poterla conquistare, a qualunque costo: così quella poteva essere una storia d’amore sfocia in ossessione.
Se volete gustarvi le prime pagine scaricate il pdf qui.
Ma perché abbiamo deciso di ripubblicare “Rosso Katmandu”?
Rosso Katmandu l’abbiamo sempre venduto bene, soprattutto alle fiere: quando allo stand c’è mia mamma che comincia a raccontare che il libro è stato scritto da uno scrittore che è anche fotografo e comincia a descrivere così bene la Garfagnana la copia è subito venduta. Si sono innamorati così tanto delle descrizioni di questo romanzo che qualche anno fa lei e mio papà ci sono andati e si sono fatti accompagnare da Gaiotto nei luoghi del romanzo. Proprio dove il postino Antonio perde la testa per la bella Lisiana.
Nonostante le ristampe, non avevamo più nemmeno una copia in magazzino, per cui era necessario riportare Rosso Katmandu in libreria, col nuovo formato.
Una storia che è profondamente in linea con quello che ci piace proporre ai lettori: inizia in un modo, prosegue a tinte quasi pastello, ma poi le tinte diventano molto molto fosche. Difficile da inquadrare, da etichettare. Facilissima però da amare.
Se vuoi avere l’occasione di capire perché Antonio è stato spedito in Garfagnana e perché Lisiana diventa per lui una vera e propria ossessione, vai in libreria e richiedi la tua copia di Rosso Katmandu di Enzo Gaiotto.

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