Nel 2015 esce la prima edizione di Dietro la scena del crimine di Cristina Brondoni.
Oggi nel 2020 siamo orgogliosi di ripubblicarlo in una nuova edizione, con una nuova veste grafica.
La sua storia parte da lontano e soprattutto parte in maniera piuttosto buffa.
Come è nato Dietro la scena del crimine
Ogni giorno un poeta si sveglia e manda un verso a tutti gli indirizzi che è riuscito a trovare su internet (traduttori, editori, scrittori, muratori, macellai).
Ogni giorno un editore si sveglia e sa che nella sua casella mail troverà qualsiasi cosa, anche i versi del suddetto poeta.
Ok, magari non ‘ogni giorno’ in senso letterale. Però, davvero, un giorno mi è arrivata la mail di un poeta. Dentro c’era un verso, il verso di una sua poesia. Due righine striminzite, e un link al suo blog.
“Se volete leggerne di più…” diceva speranzoso. E anche no, caro poeta, non tanto per il fatto che tu abbia spedito poesia a noialtri che di poesia non ne facciamo e per di più all’indirizzo dell’ufficio stampa, non tanto per la virgola tra soggetto e verbo. No, più per il fatto che oltre a me hai spedito questa mail a qualche altra decina di persone, i cui indirizzi ovviamente sono tutti in chiaro.
E che le altre persone avevano un cognome che iniziava per la B.
Ora voi capite l’implicazione di questa cosa: è altamente improbabile che il poeta in questione avesse una predilezione perversa per noialtre/i che di cognome cominciamo con la B. Me lo sono immaginato, sto poveretto, a raccogliere i nostri indirizzi mail, a inserirli in un file excel e poi a dividerli per evitare il filtro antispam (e infatti perfino gmail, di solito impenetrabile, ha fallito).
C’è da ammirarne la tenacia, un po’ meno le virgole.
Il bello è venuto dopo, quando qualcuno ha avuto la malaugurata idea di rispondere a tutti in copia, facendo notare che quella roba lì era spam, con buona pace di gmail. Un altro rincarò dicendo che non era nemmeno tanto educato che ci avesse messo tutti in copia e tutti rigorosamente in chiaro.
Dovete sapere che in quel periodo stavo scrivendo la mia tesi di magistrale il cui tema era la Detective Story e la scena del crimine, così quando una delle persone in lista, una certa Cristina Brondoni, ha risposto, per altro educatamente, al poeta ed è comparsa la sua firma che comprendeva l’indirizzo di un sito (tutticrimini.com) non ho potuto fare a meno di cliccare.
Perché l’abbiamo pubblicato
In genere le persone molto competenti non sono quelle che spiegano le cose complesse con parole complicate, ma proprio l’opposto.
Il sito parlava di serie TV e crimini, libri e crimini, serial killer, assassini, omicidi e crimini.
Mi ha colpito proprio la semplicità e la lucidità con cui Cristina scriveva di questi temi: non correva mai il rischio di banalizzare quello di cui raccontava. Inoltre nonostante l’argomento, non c’era quel senso di dramma e di enfasi, quella fastidiosa pruriginosità che regnano incontrastati quando si parla di omicidi nelle trasmissioni TV, che spesso tende poi a far perdere di vista i fatti e i dati.
Ora tutticrimini non c’è più, ma c’è Crime Magazine. Se volete apprezzare lo stile vi consiglio anche il podcast.
In breve Cristina aveva uno stile pop ma serio, proprio come piace a noi.
Non restava che contattarla.
Dopo un lungo lavoro di scrittura (sua) ed editing (mio) oggi esce ufficialmente la nuova edizione di Dietro la scena del crimine: morti ammazzati per fiction e per davvero.
Una nuova veste grafica
Proprio in occasione della ripubblicazione di Dietro la scena del crimine abbiamo ripensato al restyling della collana: abbiamo scelto un formato più grande, abbiamo ripreso le linee oblique, le lame di luce e i coni di ombra che caratterizzano il nostro brand.
Abbiamo scelto le foto invece delle illustrazioni, perché capitava spesso che questi saggi venissero scambiati per libri per bambini.
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