Quando abbiamo visto che il 25 aprile e la Festa della Liberazione si avvicinava, abbiamo chiesto a Manuela Barban se voleva consigliare ai nostri lettori qualche libro sul tema. Le abbiamo lasciato carta bianca sul taglio. Quando ha proposto di concentrarsi sulle donne partigiane, abbiamo detto subito di sì.
Di Manuela ci fidiamo: per il suo primo romanzo Quante cose ci ha rubato la guerra si è documentata con grande rigore, senza lasciare nulla al caso. Durante le presentazioni racconta spesso di quanti saggi, romanzi e documenti abbia letto su Resistenza e Fascismo, selezionandoli con un’attenzione maniacale all’accuratezza storica. I libri sulla Resistenza sono tanti, ma non tutti all’altezza. Manuela sì.
Ecco allora la sua selezione: quattro libri che parlano di Resistenza, Liberazione e partigiani, con un focus particolare sulle donne partigiane che quella Resistenza l’hanno resa possibile.
La storia d’Italia così come la si studia a scuola tende a volare velocemente sugli anni che vanno dal ’43 al ’45 e, soprattutto, avvolge la narrazione della Resistenza con quell’eroico manto ereditato dai moti risorgimentali, celebrato anche da una letteratura partigiana scritta prevalentemente da uomini e, di conseguenza, con il focus principale sulle attività di sabotaggio e combattimento.
Nulla da eccepire: ciascun partigiano con la sua militanza ha intessuto un filo necessario alla creazione di un Paese liberato dai nazifascisti e votato alla democrazia. E fortunatamente abbiamo in letteratura, ad esempio con Fenoglio e Calvino, pagine di una bellezza e potenza ineguagliabili.
Ma, e c’è sempre un ma, secondo me nella narrazione della Resistenza il ruolo delle donne è rimasto sempre sfumato, vuoi perché non ci sono gesti così eclatanti, vuoi perché finora non si sia saputo rilevare e valorizzare la portata rivoluzionaria di questa grande massa di donne che si oppose al nazifascismo quasi senza farsene accorgere. In quest’ottica, per ridare voce alle nostre nonne e celebrare con loro il 25 aprile, mi sentirei di consigliare la lettura di:
La Resistenza delle donne, Benedetta Tobagi, Einaudi, 2022
Un saggio scritto da una penna così brillante che rende la lettura piacevole come un romanzo. La Tobagi ha fatto un grandissimo lavoro di ricostruzione del periodo storico attraverso testimonianze e documenti. Non mancano episodi eroici e figure di partigiane che meritebbero ciascuna una biografia a parte. Lettura necessaria per capire bene il contesto storico e culturale del nord Italia dal ’43 al ‘45.
Compagne, Bianca Guidetti Serra, Einaudi, 1977 (ripubblicato 2025)
Una raccolta di testimonianze (ripubblicate proprio quest’anno) che l’avvocata Guidetti Serra fece per conservare e tramandare il ricordo della militanza politica antifasciste delle partigiane aderenti ai Gruppi di difesa della donna (GDD). Il perimetro è “limitato” al torinese e le testimoni parlano al lettore senza filtri. Lettura che aiuta a comprendere come sia stato possibile ai partigiani uomini combattere sulle montagne mentre nelle città la resistenza era fatta dalle partigiane.
Diario partigiano, Ada Prospero Gobetti, Einaudi, 1956
Sempre restando nel mondo delle testimonianze dirette, il Diario Partigiano è una pietra miliare. Redatto dalla vedova di Piero Gobetti in un codice da lei inventato, Ada appunta gli avvenimenti di ogni giorno dei due anni di resistenza torinese. Quello che ne emerge è un quadro di consapevolezza politica e militanza attiva molto vivido: Ada è in continuo movimento tra Torino e le valli delle montagne intorno alla città, porta notizie, documenti, armi, aiuta a tenere i contatti tra le varie formazioni partigiane, progetta sabotaggi, rischia la vita. Ada Prospero Gobetti è stata commissario politico della IV divisione Giustizia e libertà “Stellina”, avanzando sino al grado di maggiore e terminata la guerra, ebbe la medaglia d’argento al valore militare. Lettura che aiuta a comprendere il punto di vista di una donna culturalmente privilegiata e che completa bene il quadro delle testimonianze raccolte dalla Guidetti Serra.
L’Agnese va a morire, Renata Viganò, 1949
Questo è un romanzo e non una testimonianza diretta. Però come tutti i romanzi di alto profilo (e qui c’è una scrittura di livello stellare) riesce a rendere universale la figura di Agnese, una donna del popolo che sembra non avere nulla di speciale. Contadina cinquantenne, goffa, illetterata, scontrosa, Agnese reagisce alla violenza dei tedeschi e lo fa come può, senza gesti eclatanti ma con un eroismo quotidiano a tratti straziante. È una lettura che emoziona e aiuta a immaginare come l’attività delle tante “Agnese” abbia reso possibile la Liberazione dal nazifascismo.
Manuela Barban è nata a Savona nel 1967 e vive a Torino dal 1969.
Ha partecipato all’antologia “Le ricette del Cornuto” e scritto racconti per alcune riviste.
Lavora nel team ESG di una multinazionale ed è tra i fondatori della rivista letteraria CRACK.
Quante cose ci ha rubato la guerra è il suo primo romanzo.
Così sappiamo come festeggiare il 25 aprile: lasciandoci raccontare la Storia dalle parole delle donne che hanno costruito la nostra libertà.
Buona Festa della Liberazione e buone letture.
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